venerdì 4 marzo 2011

La Patria

"Shikishima no
Yamatogokoro wo
Hito towaba
Asahi ni niou
Yama-zakura bana"

(Se mi chiedete cos'è l'anima della Nazione Giapponese delle Sacre Isole, rispondo che esso è nel fiore del ciliegio selvatico, deliziosamente profumato alle prime luci dell'alba.) Motoori Norinaga - XVIII Secolo



Vi sentite appartenenti ad una comune identità nazionale, eppure andate a cercare la vostra patria nei libri invece che nelle strade. Quando parlate della vostra madreterra elencate le conquiste letterarie e filosofiche di vostri antenati; e tutti coloro che abitano sul vostro suolo e non sono degli intellettuali? Non sono anche loro degni di essere vostri compatrioti?
Quando parlate della cultura di una nazione, non vi accorgete di stare omettendo la descrizione di qualcosa di estremamente importante: il folclore popolare. La Germania non è nata con Federico II di Svevia, ma con i tedeschi; la Francia non è nata con Rousseau, ma con i francesi. Le nazioni nascono per il comune sentimento di appartenenza del popolo. Diversamente funziona la letteratura, la quale è internazionale: leggendo un Huysmans ho potuto conoscere il pensiero decadente, ma non ho certo conosciuto la Francia.

Ovvio, sto rivolgendo questa critica sopratutto a quelli che fanno il ragionamento: "l'Italia ci ha dato Dante, Petrarca e Foscolo quindi noi siamo italiani" o cose simili. Se funzionasse così, io sarei tedesco.

Pertanto, la premessa contiene in sé la conclusione, è inutile che mi dilunghi: la vostra nazione non è nei libri, ma nel paesaggio che vedete ogni giorno dalla finestra.

5 commenti:

  1. Si può sapere perché il tuo pubblico che apprezza di più, non è composto d'anarchici?

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  2. V̶̮͉͖̗̣͍͙̣̪͈̪͍̖̖̙ͪͣͫ̊͑ͥ̔̍ͅͅį̫͇̰͓̪̻ͧ͑̏ͬ͐͒̕͢͡ͅͅv̴̨̥̰̩̯̥̤͕̩͆̍͑͌̽̊ͭ̇̽̀̈́̈͊ͯͥͣ̈́ā̢̳̭͔̺̱̮̤̩͎͓̘͍̘̙̙̱̓ͨͭ̑̅̐ͮ̓ͩ̂̇ͅ ͐́̾͒ͭ̿̐͂̽ͮ̚҉̷̧̮̝̤͎̱͉̀͜ͅl̯̘͖̮̱̻͑ͮ̓ͧ̉͒̇ͧͯͮ̀̚͟͞à́͐͆͗ͧͭ͒̋̅̍͌͐ͩͧ̏̅ͦ͏̧̢̞̤͖̥͈̻͔͓̙̮̤͙͉̺̰̙̠̮͓ ̨̤̖͖̙̖̟̪̣͔̤̙͔̬̺̺̖̹̥̥ͫ͛͋͂̉͒̋̒͑ͯͩ̍̊ͤͮ͗̕P̶̡̡̮̰̦̦͕̙̙̫̣̮̺̲̬̝̮ͬ͋̊̈͌͋̓̉͒̈͑̆͗́̀ͣ͡a̛ͧͪ̾̂ͣ͗ͭ͌ͮ̇̓̄͟͠҉̸̬̞̺͙̮̭͍̗̫̩t̵̝̥̳͔̥̺̝̤͓̦ͦ͗ͦ̃ͪ̉̉ͣͣ̏̓ͮ̇͋͒̐̒́̚͢͡r̶̵͎̭̻̺̹̯̮̯̲̾ͥͤ͌ͮͬ̓̇ͬͨͭͤ͊̅͝ͅi̷͕͇͕͔̅̎ͧ͛̏̈́̃ͭͧͤ̏̋̚͟͟a̢̡̱̙̮͎̭̤͍̗̬̗̼͈ͨͭͣ͑̐̓͑̈́̉̓̊̔ͬ̓̋̈̅̈́͡ͅ ̹͓̜̲̗̠̯̙̬̦̺̺̘̳̜̠̓̆̀̈͂͒̀͘͡͠F̴̨̨̭̰̪̝̦̙̤̳̘ͯ̔̒̽̅̎ͦ͆̑ͧ̂͟ư̷̹̟̥͓̜͕̈́̍̎̊̾̄ͧ̄ͯ̋̾͌ͧ͟ͅţ̞̞̦̠̰̉ͬ̑́ͤͧ̉̓ͫ͛̂̿͂̒̓́͋u̸̷͈̖̙͉̥̫̯̭̮̝̣̼̹̲̤̔̋͗̿̒͞rͤ͊̌ͭ̄̾͊ͧ̚͝͠҉̺͖̺͎̦͚͉̱̦̥̜͓͜͢i̴̾̇̔͛́̚͘҉҉̦̜̺̺̭͍s̷̶̡̯͉̫̮̫̬̳̻͈̐ͭ̓͌ͮ͜t͔͚̰̻͚͎̱͍̜̓̄̾̾̊̊ͯ̑̂̅́͠á̧͚̳̺̩͚̞͉̥̺̜̽̓̉̆ͫ̑̀͢

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  3. Il patrimonio culturale italiano è unico nella sua ricchezza e noi italiani abbiamo il dovere di custodirlo e degnamente dandogli la giusta importanza.
    Credo che il popolo italiano non sia paragonabile a popoli come quello francese o quello tedesco. Non esiste ancora un popolo italiano come quelli, capace di ribellarsi e far sentire la propria voce in modo efficace ed unito. Per ora siamo una massa di persone che, in gran parte, pensa agli affari propri e non alla nazione nella sua complessività. Che pensa, anzi, a come ottenere la propria personale felicità a discapito di tutti gli altri, usandoli per i propri fini. E nonostante in questa moltitudine di esseri esistano perla bianche dotate di valori e di intelligenza, esse non hanno prospettive di vita in un paese popolato da individui marci nell'animo, scappando così altrove.


    Giulia

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  4. Non hai capito il mio discorso: ovviamente si può parlare di patrimonio culturale italiano dal momento che esiste una letteratura nella lingua italiana, nata per incombenze prettamente geografiche, ma il folclore italiano non esiste; come appunto non esiste la nazione italiana.

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