sabato 24 dicembre 2011

Ancora sulle tecniche di controllo delle masse: il coinvolgimento emotivo.

Tra i vari blog della serie "chiudiamo CPI, fermiamo l'odio, difendiamo la democrazia" me ne è capitato uno che mi ha colpito particolarmente: questo.

Il senso del blog era fondamentalmente, una lista di tutti i giornalisti/artisti/blogger ecc... che si sono permessi di riflettere razionalmente sulla situazione e chiedersi se davvero fosse il caso di reprimere CPI con la scusa della strage di Firenze. Tutto si conclude con le testuali parole:

glielo andate a spiegare voi ai morti senegalesi, alle loro famiglie, alla comunità senegalese, perché siete stati così gentili con quelli di Casapound?


Perché parlo di strategia del coinvolgimento emotivo? Perché la stessa tecnica è usata dai giornali di cronaca nera: siamo abituati a vedere in televisione madri che piangono sulle tombe delle figlie uccise in modo brutale, e in quel momento l'immedesimarci nel dolore ha un che di catartico e ci porta a sentirci eroi se odiamo con tutti noi stessi il maniaco che ha ucciso la figlia, se invochiamo la pena di morte, la tortura e altre cose che in una situazione di lucidità mentale ci sembrerebbero barbare. Lo stesso principio è quello che spinge all'odio razziale quando sentiamo la notizia di una ragazza violentata da un immigrato. Poco importa poi se il maniaco assassino stava in realtà solo coprendo qualcuno, o se la ragazza violentata si era solo inventata di essere stata violentata per nascondere di non essere più vergine ai genitori.
Quello che ci importa, mentre ci immedesimiamo in un dolore non nostro, è solo scaricare l'odio verso un capro espiatorio.

Così funziona la strategia del coinvolgimento emotivo, e il blog di Femminismo a Sud ne approfitta per far valere un dogma che è tipico della democrazia: il dogma secondo il quale il fascismo dovrebbe essere demonizzato e represso con violenza in ogni caso. La democrazia possiede questo dogma non tanto perché il fascismo sia una sorta di verità scomoda, ma semplicemente perché, siamo onesti, se una persona è talmente stupida da credere che la democrazia funzioni, da sostenere che non siano le banche ad avere il potere o da legittimare le guerre umanitarie della NATO; allora non sarà difficile indottrinarlo al fascismo.

giovedì 15 dicembre 2011

La Strage di Firenze e le tecniche di controllo delle masse.

Ho sempre provato un odio viscerale verso chi strumentalizza politicamente le tragedie; come i pennivendoli di turno hanno commentato la Strage di Firenze è uno degli esempi.

Abbiamo uno squilibrato iscritto a CasaPound che ad un certo punto sbotta e uccide due immigrati per poi togliersi la vita; non abbiamo nulla di lasciato scritto, nessuna dichiarazione, nulla che possa aiutarci ad analizzare psicologicamente il carnefice. Eppure quando l'assassino è "neofascista" o "xenofobo" allora sì che i giornali non esitano a gettarsi come avvoltoi in un banchetto di informazioni che possono essere rese comode; perché si sa: quando c'è un'occasione come un'altra di sollevare un "problema xenofobia" non viene mai lasciata andare, mai.

Tutto ciò ha il solo scopo di fare ciò che è comodo ai governi: fare vivere il popolo nella paura. Non già farlo vivere nel terrore, come quello di Robespierre, quando il governo era un potente leviatano a cui i cittadini obbedivano per evitarsi severe punizione; ma nella paura, e la paura è molto più subdola del terrore, perché spinge ad obbedire al potere credendo che l'obbedienza possa fare vivere nella sicurezza. Poco importa se questo principio si riveli sempre essere puntualmente sbagliato; la paura è ciò che aiuta il potente a legittimare i suoi crimini.

E sono innumerevoli gli esempi di come questo è quello che stiano facendo i media italiani; prendiamo ad esempio questo. Non sarebbe ammissibile in un paese civile che un giornale di così grande portata possa permettersi di trarre la conclusione "c'è un problema di ascesa della xenofobia" solo perché su un forum di reietti si elogia la strage.

Dopo la paura, ovviamente, si passa a prendere le misure repressive; ma anche qui, non è più il NSDAP a perseguitare i comunisti con la scusa dell'incendio del Reichstag, sono gli stessi cittadini che adesso si danno attivamente al proporre soluzioni come "chiudiamo CasaPound" o "prendiamo misure più repressive nei confronti dell'apologia di fascismo"[1].
Non ho mai visto nessuno invece farsi la domanda che dovrebbe venire per prima: "come ha fatto uno squilibrato a procurarsi una pistola?" perché, siamo onesti, è sul commercio di armi che si dovrebbero effettivamente "prendere misure più repressive".

In secondo luogo la domanda da farsi è: "come posso impegnarmi attivamente nella società per contriubire a creare un clima culturale in cui atrocità di questo genere siano sempre più rare?" e su questo ovviamente non mi dilungo, preferisco lasciare carta bianca al mio pubblico.

Questo blog è solo un semplice invito ad agire e pensare sempre con la propria testa, tenendo presente che la prima cosa a cui bisogna ribellarsi sono i luoghi comuni e la tendenza a fare di tutta un'erba un fascio; oltre a ricordare quanto sia importante informarsi tramite vie alternative alla luce di quanto i mass media di facciata siano pagati da persone che non hanno certo in interesse la nostra conoscenza del mondo.

[1] Tutto questo viene detto come se potesse essere una soluzione per combattere la xenofobia; è mai servito a qualcosa criminalizzare l'apologia di fascismo?
Vi ricordo che il paese con meno drogati d'Europa è l'Olanda; e il meccanismo è esattamente lo stesso.