Inizio con i pochi cenni lessicali necessari:
- Davanti ad un verbo è obbligatorio il pronome personale oggetto relativo alla persona del verbo.
Esempio:
"Mì me vò" che si traduce in "io vado" ma che sarebbe letteralmente "io mi vado". - Il pronome "che" accompagna ogni interrogativa diretta o indiretta introdotta da pronome o avverbio. Esempio:
"Quant che t'è grand?" che si traduce in "quanto sei grande?" ma che sarebbe letteralmente "quanto che sei grande?" - Davanti ad ogni nome proprio si deve porre l'articolo determinativo. Esempio:
"Me vò a parlaa cùnt el Martino" che in Italiano corrisponde a "Vado a parlare con Martino". - Il gerundio non è presente in Insubre e viene sostituito dall'avverbio "Adré a ", "Dré a" o "En vià de" seguiti dal verbo all'infinito.
Esempio:
"Sùma adré a mangiaa" tradotto in "Stiamo mangiando" - Il passato remoto non è utilizzato.
- Le negazioni devono essere poste dopo il verbo.
Esempio:
"Me vedi no" tradotto in "Non vedo" oppure "Mangia mia" che vuol dire "Non mangiare". Le negazioni in Insubre sono "No", "Mia", e "Minga"; quest'ultima, che da' uno dei nomi di questa lingua (il Meneghino) è usata solo a Milano.
- I verbi all'infinito sono denotati dal raddoppiamento della loro vocale tonica, ad esempio "andare" si traduce in "Andaa", questo è molto importante poiché si rischia di fare confusione col participio passato, ad esempio "Andaa" (andare) si pronuncia allo stesso modo di "Andà" (andato).
- Quando è presente una "u" o una "o" tonica occorre sempre porvi l'accento chiuso o l'umlaut a seconda del caso.
- Quando una parola finisce con una "c" o una "g" dura ciò si scrive ponendo una "h" dopo di essa, altrimenti la lettera viene raddoppiata per denotare il suono morbido. (Si vedano le parole Tücc e Tòch come esempio)
- La vocale "oeu" viene pronunciata come nel Francese "Eau".
- Il fonema "ç" viene usato per denotare la "s" mista a "sc"
- In Lombardo Occidentale è presente la "sg" che si legge come la "j" in Francese.
- In alcuni casi è presente un suono che si tratta di una "s" seguita da una "c" o da una "g" ma non è pronunciato come la "j" Francese o il "sc" Italiano, ma come una "s" seguita da "c". In questi casi si interpone un apostrofo tra la "s" e la "c"; ad esempio: "S'ciopaa" (scoppiare
Saluti.
Eheh!Simpatica iniziativa. :-)
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