venerdì 26 agosto 2011

A proposito di Anders Bahreng Breivik

Di recente mi sono occupato di stendere una prima traduzione in Italiano di una piccola parte di 2083 - Una dichiarazione europea d'indipendenza; ovvero il manifesto ideologico-politico del Mostro di Oslo.

Una prima conclusione a cui sono giunto è che parlare delle idee politiche del Mostro in relazione alla strage compiuta, magari sollevando un "problema xenofobia in Europa" o un "problema fondamentalismo religioso in Europa", altro non è che una barbara strumentalizzazione di una terribile strage nonché un'imperdonabile mancanza di rispetto nei confronti delle 77 vittime dell'attentato di Oslo e della strage di Utøya e delle loro famiglie.

Dico questo perché leggendo attentamente quella piccola parte di 2083 sono potuto giungere alla conclusione che Breivik avrebbe potuto benissimo essere il più avantgarde degli uomini di sinistra e compiere ugualmente un massacro: egli era solamente un individuo malato con dentro di sé una violenza da sfogare, che ha usato la politica per giustificare un atto simile.

Cosa mi ha fatto giungere a queste conclusioni? Leggendo il memoriale, non è stata tanto la lucidità e la meticolosità dello scritto a sorprendermi; mi ha piuttosto sorpreso il fatto che quanto scritto non è assolutamente una novità. Mi spiego: per quanto io non condivida un buon 95% delle idee del Mostro, esse sono idee assolutamente normali: mi sarei aspettato di leggere deliri e assurdità (seppur scritte con lucidità), invece non ho letto nulla che non avrebbero potuto scrivere un Borghezio o una Fallaci.

Ma né Borghezio, né la Fallaci hanno mai compiuto stragi; ed ecco che qui occorre denotare la differenza tra un individuo mentalmente instabile e un individuo che ha le sue idee.
Se Breivik si fosse fermato alla stesura del manifesto sarebbe stato un individuo che ha le sue idee, ma quando si arriva ad una strage in cui 77 persone perdono la vita, ecco che sopraggiunge l'individuo mentalmente instabile.
In conclusione: incolpare la politica se un folle assassino compie una carneficina sarebbe come incolpare la pioggia se in macchina si fa un incidente guidando ubriachi.


Detto questo, rimane opportuno fare un sunto (secondo le mie umili conoscenze) di quella che è l'ideologia del Mostro di Oslo; allo scopo di evitare che la strage venga strumentalizzata ancora.
Piuttosto che spiegare chi effettivamente Breivik sia (cosa che sarebbe fagocitata dall'espressione Democratico di Centro-destra, seppur con alcune visioni di Sinistra[1]) è facile spiegare chi egli non è.
Breivik non è neo-nazista; come lui stesso afferma nel memoriale, considera i neo-nazisti dei ragazzini frustrati che hanno scelto simboli che permettano loro di esprimere un grande "vaffanculo" alle correnti istituzioni. Breivik considera inoltre "nazista" un'etichetta che i multiculturalisti (Marxisti culturali, come li definisce lui) attaccano a chiunque si senta di combattere il multiculturalismo ed il genocidio Europeo.
Breivik non è un fondamentalista cristiano: benché sia un individuo molto Christian friendly; egli vede il Cristianesimo solo come un baluardo di identità Europea e difesa dall'Islamizzazione. Per il resto: si definisce pro-gay, pro-aborto e pro-eutanasia.
Breivik non è razzista in toto: egli stesso dice di definirsi anti-razzista e di considerare il multiculturalismo come vero razzismo in quanto distruttore di culture e nazioni. Tuttavia, nel manifesto assistiamo a frasi che ci fanno presupporre una sua idea di superiorità della razza Nordica, il che è definibile certamente razzista. Va ricordato comunque che la sua "guerra santa" che vede l'Europa sulla difensiva contro l'Islam non è una battaglia di tipo prettamente razziale, bensì una battaglia di tipo ideologico. Breivik definisce l'Islam una "ideologia dell'odio" in quanto intollerante verso le altre religioni; e spinge il lettore ad intraprendere una crociata contro di esso; ma questa crociata parte da un conflitto dei valori liberali e democratici incarnati in Stati Uniti, Europa e Israele (ma anche Giappone e Corea del Sud) contro i valori illiberali e totalitari incarnati nel mondo Islamico.

Dopo questo discorso, segnalo un'iniziativa presente su Facebook dal 25 Luglio fino al 31 Ottobre che potete trovare sotto questo link riguardo ad alcuni articoli di giornali circa le religioni etniche pagane che vennero pubblicati immediatamente dopo le stragi da giornali di rilievo tra i quali i famosissimi La Repubblica[2] e Il Sole 24 Ore[3].

[1]Le uniche idee di Breivik definibili di sinistra sono quelle proprio su omosessualità, aborto ed eutanasia; che tuttavia sono anche esse in funzione della "crociata" di cui si sente paladino.
[2]Croci celtiche, Odino e rock metal
l'ultra destra del Nord Europa
[3]Satanismo e superstizione nella storia del paese accusato di essere il più pagano d'Europa

5 commenti:

  1. Molto interessante. La preparazione maniacale è una dimostrazione di come un singolo possa fare
    azioni eclatanti .
    Unabomber però protrasse "il terrore" per molto più tempo con risultati effettivi minori.

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  2. ovvio che Breivik non fosse ne un cretino tantomeno un goffo terrorista (non so se ricordate l'episodio dell'attentato di natale nel 2009, quando al "pericoloso" terrorista somalo gli si è incendiato l'esplosivo nelle mutande).
    Allora perchè non ha pensato di cavalcare ideologicamente l'onda mediatica che ha creato? voglio dire, questo testo che stai provando a tradurre verrà letto da una esigua percentuale di persone anche per la fama che accompagna. ha solo messo in pericolo le sue idee. le ha esposte alla strumentalizzazione dei media di tutto il mondo. Breivik, se eri tanto figo e sveglio perchè diffondi le tue idee con l'etichetta della morte appicicata sopra?

    (sinceramente, non penso che le famiglie delle vittime si offendano se diamo del "nazi di merda" a breivik).

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  3. Mi piace quest'articolo, sono abbastanza d'accordo con te. Però a volte idee di intolleranza vanno a braccetto con compartamenti intolleranti.

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  4. @il pene di Saturno:
    se leggi il manifesto ti accorgi che secondo Breivik c'è già una guerra civile europea in corso che lui si sente di combattere, e questo è appunto un modo di giustificare la violenza; la priorità di Breivik era quella di sfogare la violenza, non tanto difendere le sue idee.

    @Shining:
    non lo metto in dubbio; ma vediamo di fare un distinguo tra i "comportamenti intolleranti" del ragazzino leghista che insulta il compagno di scuola marocchino e l'uccidere 80 persone

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